Quando si acquista un nuovo elettrodomestico, la classe energetica dovrebbe essere un parametro fondamentale da prendere in considerazione. Soprattutto quando si tratta di dispositivi utilizzati di frequente o che, per loro stessa natura, hanno consumi generalmente elevati. L’etichetta che riporta la classe di consumo energetico risulta molto importante. I costi delle bollette infatti, sono ormai una spesa sempre più pesante per qualunque tipo di nucleo familiare.
Al di là delle caratteristiche tecniche dunque, i consumi sono un parametro assolutamente da non sottovalutare. Sul lungo periodo, fare la scelta giusta, può avere un impatto notevole sulle bollette e di conseguenza sul nostro bilancio personale. Non vanno presi in considerazione semplicemente i colori riportati sul documento con tonalità che, dal rosso al verde, cercano di segnalare con immediatezza se l’oggetto ha un basso consumo rispetto ad altri simili. Bisogna andare oltre, tenendo presente che le etichette forniscono un ulteriore numero di informazioni al consumatore. Queste, sono spesso erroneamente poco considerate, nonostante riportino caratteristiche importanti sul prodotto che sta per essere acquistato.
In questa guida analizzeremo le classi energetiche degli elettrodomestici, cercando di comprendere ogni singola indicazione che i produttori esibiscono rispetto al singolo prodotto. Oltre a un risparmio, ciò comporta una maggior consapevolezza dei propri acquisti e una miglior conoscenza dell’elettrodomestico che sta per entrare nella nostra casa.
Cosa sono le classi energetiche
Ciò che salta subito all’occhio quando ci si ritrova un’etichetta di questo genere è la scala di colori riportata abbinata a lettere dell'alfabeto. Grazie al colpo d’occhio cromatico infatti, è possibile avere immediatamente un’idea dei consumi. Questa scala varia dal rosso (che indica una efficienza minima) sino al verde (che indica l'efficienza migliore). Allo stesso modo, i colori sono accompagnati di lettere che vanno da G sino ad A +++ che costituisce il vertice assoluto di questa scala. Va specificato come poi non tutte le etichette siano identiche.
A seconda dell’elettrodomestico, per esempio, la base minima da cui si parte è diversa da altri prodotti. A comprova di quanto detto, alcuni dispositivi hanno come scala adottata solitamente le lettere che vanno dalla E alla A++ (le lampadine sono parte di questa categoria). Questo rende la classe energetica comparabile in maniera equa solamente nell’ambito di ogni singola tipologia di prodotto. Per far comprendere al meglio il valore che viene stabilito, un apparecchio A++ consuma fino al 50% di energia in meno rispetto a uno di classe A. Tutto sempre paragonando apparecchi che svolgono lo stesso compito.
Va poi chiarito come, ogni anno, la “versione” delle etichette muti adeguandosi a seconda delle esigenze dei consumatori e, soprattutto, del progresso tecnologico che si evolve in modo esponenziale. Con il progredire della scienza tecnologica, i dispositivi realizzati tendono a consumare sempre meno energia. Per mantenere dunque la scala di valutazione delle classiche energetiche aggiornata, questa è soggetta a periodiche revisioni.
Le classi di consumo non sono un metro di giudizio infallibile
Quando si prende in considerazione questa scala però, va anche detto che spesso essa si dimostra imprecisa. Nonostante gli aggiornamenti costanti, non vi è un vero e proprio organo internazionale che supervisiona tali modifiche. Non trattandosi di un compito dell’UE ed essendo affidato ai singoli stati, vi è una certa disuguaglianza tra gli aggiornamenti effettuati. Anche lo stesso obbligo di mostrare l’etichetta, in alcuni paesi, non è realmente tale.
Talvolta si verificano delle situazioni paradossali con le normative europee che vanno in netto contrasto con quelle di un singolo paese. Inoltre va anche calcolato come come i test di consumo, siano prove effettuate in determinate situazioni e come, in realtà, un prodotto possa consumare più o meno a seconda del contesto in cui si trova. Non mancano poi alcuni produttori “furbetti” anche in questo settore che, con vari espedienti, hanno cercato di falsare i test in passato.
Le classi energetiche degli elettrodomestici
Come abbiamo visto, parlare di classi energetiche in maniera generica porta a valutazioni a dir poco approssimative. In tal senso possiamo però focalizzarci sulle singole tipologie di elettrodomestici per comprendere meglio questa classificazione.
I condizionatori
Se prendiamo in considerazione i condizionatori, per esempio, si presentano come dispositivi piuttosto complessi quando si tratta di valutare i consumi. Per stimare questi, infatti, bisogna tenere conto non solo della classe energetica già illustrata, ma anche l’indice di efficienza energetica EER/COP. EER (acronimo di Energy Efficiency Ratio) si riferisce all’efficienza di raffreddamento e COP , anche questo è un acronimo inglese che significa "Coeficient of Performance", ossia l'efficienza elettrica di un condizionatore, mentre funziona in modalità di riscaldamento. È un valore che indica il rapporto tra il consumo reale di energia elettrica e resa termica. Prima di acquistare questa tipologia di prodotto ti consigliamo di leggere la nostra guida all'acquisto del condizionatore.
Lavatrici e lavastoviglie
Ancor più complessa è la valutazione delle lavatrici. L’etichetta di questi dispositivi infatti, non fornisce solamente il consumo (con rispettive lettere) ma anche la qualità del lavaggio e l’eventuale efficienza per quanto riguarda l’asciugatura. La scala adottata prende in considerazione, ancora una volta, le lettere che vanno dalla A alla G. Un discorso pressoché simile va fatto per le lavastoviglie, tenendo conto che in questo caso consumo di acqua e rumorosità sono altri valori presi in considerazione per la valutazione globale del prodotto.
Frigoriferi e congelatori
Nel caso dei frigoriferi e dei congelatori, il giudizio è legato a diversi aspetti. Esistono infatti dispositivi di questo genere che “soffrono” particolarmente a lavorare con temperature elevate a livello ambientale. In questo senso, alcuni prodotti hanno prestazioni ridimensionate o addirittura sottoperformanti quando si trovano a dover lavorare con temperature esterne superiori ai 42 gradi.
Altri fattori importanti, in ottica congelatore, sono la capacità o meno di raggiungere determinate temperature sotto zero: per esempio, con un valore pari a 4 stelle di congelamento, il dispositivo può raggiungere i -18 gradi. Stesse considerazioni vanno effettuate per gli abbattitori, parenti degli elettrodomestici “raffreddanti”. In questo caso però, la comunità europea ha trovato il tempo per standardizzare la valutazione dei prodotti con un regolamento del 2015 che va ad integrare la direttiva 2010/30/UE. A partire dal 1º luglio 2016 è diventata obbligatoria una scala da G ad A. A partire dal 1º luglio 2019 tale scala è sostituita da una nuova scala da G ad A+++ Ciò assicurerà una transizione progressiva del mercato verso prodotti altamente efficienti sotto il profilo energetico.
Televisori e monitor
Meritano una citazione anche monitor e televisori, dispositivi che troviamo in tutte le nostre case e a volte anche nei diversi ambienti, oltretutto utilizzati per svariate ore al giorno. Anche loro partecipano alla “fame di energia” quotidiana, pertanto sottovalutarli è sconsigliato. La tipologia di schermo è il fattore determinante che pesa sui consumi: a parità di grandezza solitamente, un Plasma arriva a utilizzare 300 watt, il doppio di un classico LCD che a sua volta ne necessita più di un LED.