Monitor QD-OLED: ne vale davvero la pena?

Di Marco
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La tecnologia QD-OLED combina le tecniche viste per la prima volta nei pannelli LCD QLED con la tecnologia OLED autoemissiva, migliorando sia in ottica cromatica sia per quanto riguarda un'immagine più luminosa. Dei dispositivi con vantaggi evidenti dunque, ma che hanno un grosso svantaggio: il costo.

I display che adottano questa soluzione infatti, facilmente superano i 1.000 euro di prezzo. L'upgrade dunque, può valere un costo così elevato? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza a riguardo.

LG OLED65E8

Cos'è un monitor QD-OLED e come funziona?

Un monitor considerato QD-OLED, utilizza dei particolari pannelli che sfruttano la tecnologia Quantum Dots abbinata a quella OLED (Organic Light Emitting Diode). Si tratta di un'evoluzione della tecnologia di visualizzazione OLED esistente, che compete con LED-LCD standard. QD-OLED è una tecnologia Samsung Display con tutti i pannelli QD-OLED prodotti da tale colosso tecnologico.

La stessa Samsung spiega come funziona tale soluzione. Un display QD-OLED ha tre componenti principali: uno strato TFT (che include un circuito elettronico per far passare la corrente attraverso il materiale OLED), uno strato di materiale OLED blu che genera luce blu e uno strato di punti quantici.

Quando la luce blu di ciascun pixel passa attraverso lo strato di punti quantici, vengono creati sub-pixel verdi e rossi che, combinati con i sub-pixel blu, costituiscono il modello di colore RGB. In questo modello di colore, il rosso, il blu e il verde vengono sommati per produrre altri colori per le immagini visualizzate sulla TV.

Utilizzando punti quantici invece di un filtro colorato per la trasformazione del colore, praticamente non si perde energia luminosa. Ciò si traduce in un display più luminoso rispetto ai tradizionali pannelli TV OLED. E poiché i pannelli QD-OLED hanno pixel autoemissivi, i singoli pixel possono essere attenuati per ottenere livelli di nero perfetti. Grazie ai neri profondi e all'elevata luminosità, i pannelli QD-OLED possono fornire prestazioni HDR significativamente migliori rispetto agli OLED tradizionali.

Samsung afferma che i display QD-OLED possono raggiungere un rapporto di contrasto di 1.000.000:1, offrire un'ampia gamma di colori e offrire angoli di visione eccellenti. Ulteriori miglioramenti apportati dall'azienda consentono inoltre al display di ridurre l'esposizione alle dannose lunghezze d'onda della luce blu.

QD-OLED è una tecnologia apparsa per la prima volta nei televisori nel 2022 come con il Samsung S95B, ma i produttori di monitor sono stati lenti nell'adottare tale soluzione. Questa infatti presenta, oltre ai costi piuttosto elevati, anche un certo rischio effetto burn-in.

Non solo: per natura stessa di questa tecnologia, essa risulta praticamente inutile su dispositivi che non siano almeno 42-44 pollici.

In che modo QD-OLED si dimostra migliore rispetto a LCD o OLED standard?

Rispetto ai vecchi monitor LCD illuminati a LED, i monitor QD-OLED includono tutti i vantaggi di un display OLED. I pixel autoemissivi significano un rapporto di contrasto imbattibile senza la necessità di funzioni aggiuntivo che potrebbero creare latenza. I display OLED hanno anche tempi di aggiornamento eccellenti, consumano meno energia e di solito offrono design più sottili e leggeri.

Le differenze tra OLED standard e QD-OLED, come è facile intuire, sono un po' più lievi. L'OLED standard, noto anche come WOLED, si basa su un layout sub-pixel RGB in cui ogni pixel comprende sub-pixel rossi, verdi e blu più piccoli: questi sono combinati per creare colori diversi. La maggior parte dei moderni pannelli OLED utilizza anche un subpixel bianco per una maggiore luminosità.

Un pannello QD-OLED emette solo luce blu a livello di pixel. Questo viene quindi fatto passare attraverso lo strato QD, che converte la luce blu in colore senza perdita di energia durante il processo. La presenza di uno strato QD significa anche che i pannelli QD-OLED possono teoricamente visualizzare più colori rispetto ai pannelli WOLED standard.

Quali monitor QD-OLED sono disponibili sul mercato?

Finora, Alienware (una divisione di Dell) è l'unico marchio ad aver rilasciato QD-OLED sul mercato. Il primo è stato il G-Sync Ultimate AW3423DW che si abbina bene a una scheda grafica NVIDIA, consentendo di arrivare fino a 175 Hz con frequenza di aggiornamento variabile (VRR) e garantendo una luminosità di picco di 1000 nit per i contenuti HDR.

In alternativa, considera qualcosa come l'LG C2 da 42 pollici se sei soddisfatto di un display WOLED 4K standard in una dimensione che dovrebbe adattarsi a una scrivania con ampiezza standard. Potrebbe non avere il livello QD, ma ora disponibile per un costo minore, potendo funzionare anche come televisore.

Anche se i pannelli QD-OLED di questi monitor sono prodotti da Samsung, il colosso coreano deve ancora portare un prodotto sul mercato di questo tipo Se sei interessato a un QD-OLED ma non sei pronto a perdere più di un migliaio di euro su un monitor da 21: 9, considera di aspettare ancora un po' per vedere le evoluzioni del mercato.

Sony Bravia AF9 OLED

Questione burn-in

QD-OLED potrebbe essere più resistente al burn-in in futuro, ma solo il tempo darà certezze in tal senso: la tecnologia non è sul mercato da abbastanza tempo per un bilancio definitivo. Tra i lati positivi, i produttori hanno abbastanza familiarità con questo problema.

Le misure per mitigare questo fenomeno sono già disponibili e, alcuni esperti del settore, hanno già eseguito test per individuare eventuali problemi di tali prodotti. Va detto che, anche adottando tecnologie più datate, esistono alcune pratiche utili.

Puoi ridurre il rischio burn-in su un display evitando i contenuti statici: la maggior parte delle persone visualizza una vasta gamma di contenuti sui propri televisori, inclusi film, sport, show televisivi e così via. Nel contesto del PC però, la situazione è diversa. Qui infatti, elementi come la barra delle applicazioni di Windows o il dock di macOS sono elementi fissi e, dunque, possono comportare dei rischi sul lungo periodo.

QD-OLED, come WOLED prima di esso, e qualsiasi futura iterazione della tecnologia OLED, dipende da materiale organico per generare luce. Per sua stessa natura dunque, questo si degraderà nel tempo con il normale utilizzo. Quando alcuni pixel vengono utilizzati più di altri, si degradano a una velocità maggiore rispetto a quelli che li circondano. Ciò può comportare la riproduzione di un'immagine "fantasma", ovvero proprio il burn-in.

Sui prodotti WOLED, il burn-in si verifica a livello di sub-pixel. Ad esempio, se visualizzi un elemento rosso statico sullo schermo, potrebbe "bruciare" più velocemente degli elementi verdi o blu che lo circondano. Ciò significa che la ritenzione sarà molto più visibile su uno sfondo rosso o su qualsiasi altro colore che dipende dal subpixel rosso (viola, ad esempio).

Con QD-OLED, non è così: poiché il display OLED genera solo luce blu e lo strato QD è responsabile della riproduzione del colore, tutti i pixel verranno bruciati a una velocità uniforme. Come questo andrà ad influenzare il deterioramento dello schermo è ancora un mistero e, dati alla mano, solo il tempo potrà rivelare il livello di degenerazione dei pixel.

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